TERAMO – Imu: i teramani tirano la cinghia, il Comune incrocia le dita. I dati ufficiali sugli introiti reali entrati nelle casse dell’Ente per la seconda tranche non si avranno prima del 27 dicembre, anche se le previsioni non sono molto rosee: il Comune, infatti, attende 13,5 milioni di euro, sperando di introitarne 11, anche se verosimilmente ci si aspetta una cifra addirittura inferiore. La prima tranche, in cui erano state applicate le aliquote base, avrebbe dovuto portare nelle casse del Comune circa 4,7 milioni di euro, mentre ne sono entrati circa 3,9. Per la seconda tranche, invece, sono state applicate sia le aliquote maggiorate sulle seconde case (il 10,6 per mille, la più alta possibile), sia tutte le detrazioni previste dal nuovo Regolamento comunale. Le agevolazioni, attivate con la seconda rata, riguardano gli over 65 con meno di 15 mila euro, le giovani coppie con meno di 30 anni e un mutuo, chi concede gli immobili in comodato d’uso ai parenti di primo grado, le attività produttive e i fabbricati rurali, che sono del tutto esentati. «Abbiamo di fatto rinunciato a per circa 1,2 milioni di euro con queste agevolazioni – afferma l’assessore al Bilancio Alfonso Di Sabatino Martina – e l’Imu rappresenta l’unica entrata consistente del Comune, anche se circa il 50% deve essere devoluto allo Stato». E per chi non paga? «Sono previste sanzioni e azioni di recupero – conclude l’assessore – ma si entra in un meccanismo davvero non facile».
BRUCCHI ANNUNCIA NUOVI TAGLI – Sarà un Bilancio di previsione difficile da chiudere e da “far quadrare” quello del 2013, a cui il Comune sta già lavorando: ieri si è infatti tenuta la riunione con l’assessore al Bilancio Alfonso Di Sabatino Martina, il dirigente del settore, Adele Ferretti e il direttore generale dell’Ente Furio Cugnini. «Abbiamo da recuperare rispetto allo scorso anno – spiega il sindaco Maurizio Brucchi – 3,4 milioni di euro derivanti da maggiori tagli del Governo centrale (2,2 milioni) e minori entrate dovute alla spending review. Per arrivare ad una simile cifra, decisamente alta per le nostre casse, abbiamo deciso di avviare una ricognizione capitolo per capitolo del Bilancio, per evitare scelte più drastiche e strategiche». La linea scelta, almeno per il momento, è quella di mantenere invariati i servizi, e di non aumentare le imposte locali «a meno di non esserne proprio costretti», dice Brucchi. Scuola e sociale non verranno toccati, ma si faranno economie su altri settori: trasporto pubblico, un ulteriore taglio al personale dell’Ente, le utenze, gli affitti e gli impianti sportivi. «Resta – conclude Brucchi – la grande incognita dell’Imu, che per noi rappresenta un vero disastro: ho visto con i miei occhi un imprenditore piangere perché non aveva 7 mila euro da pagare. L’unica soluzione per noi può arrivare dal Governo: è necessario allentare la morsa sui Comuni: non è qui che si annidano gli sprechi, ma nelle due Camere, nei 950 tra senatori e deputati. Si dovrebbero accorpare le Regioni, creando anche la macro regione Medio-Adriatica e tutte le province. Noi, così, non ce la facciamo più».